Descrizione
L’Occhio di Horus
L’Occhio di Horus è un talismano molto potente, utilizzato sin dall’inizio della civiltà. Nella religione egizia l’Occhio di Horus era simbolo di prosperità, di potere che può contare sull’appoggio divino, di buona salute. Questo amuleto potenzia, in chi lo indossa, la capacità di vedere in profondità, ma anche oltre le cose materiali.
Secondo la leggenda, Horus perse il suo occhio in un combattimento con suo zio Seth, colpevole di aver ucciso Osiride, padre di Horus. L’Occhio, diviso in sei parti, venne poi risanato e potenziato da Toth, che vi instillò poteri magici.
Si pensa che l’occhio di Horus fu disegnato prendendo spunto dall’occhio di un falco Lanario che ha una linea marcata sotto gli occhi.
C’è chi sostiene, invece, che il disegno dell’occhio di Horus corrisponda alla sezione trasversale della metà del cervello dove troviamo il talamo, le ghiandole pineale e pituitaria. La ghiandola pineale è spesso associata al “terzo occhio” il centro di spiritualità e di visione spirituale.
Gli Egizi usavano mettere l’amuleto col simbolo dell’Occhio di Horus all’interno dei bendaggi che avvolgevano il corpo del defunto, in quanto simbolo di rigenerazione.Il simbolo di “colui che tutto vede”, fu rinvenuto sotto il dodicesimo strato di bende della mummia di Tutankhamon, essendo considerato un amuleto di aiuto per una nuova vita, ma soprattutto per la rinascita. Il talismano era portato inoltre da uomini, divinità o animali sacri. Veniva inoltre dipinto sui fianchi delle navi e sui muri delle case per rendere le imbarcazioni inaffondabili e le abitazioni sicure da incursioni e ruberie.
L’Occhio, in una variante che prevede, la sua iscrizione in un triangolo, è stata adottata anche dalla Massoneria. Alcuni studiosi ipotizzano che la corrente massonica (o dei Liberi Muratori) discenda dagli scalpellini egizi che possedevano le tecniche segrete per la fabbricazione delle piramidi.
Sempre l’Occhio, inscritto o meno in un triangolo, è un simbolo esoterico adottato poi, sin dall’antichità dalle più disparate culture. Lo ritroviamo infatti nel simbolismo bibblico, in quello induista e buddhista (Occhio di Shiva o Terzo Occhio), così come nell’Islam (Mano di Fatima).
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